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Benvenuti nel sito del dojo Judo Sakura Chiusi ASD!

Chi siamo

Siamo una scuola di Judo, presente a Chiusi da oltre 45 anni.

judo sakura chiusi asd

Siamo convinti che il nostro metodo di insegnamento, plasmato dagli anni di formazione specifica e di esperienza sul tatami, si adatti ad ogni fascia di età e ad ogni livello di esperienza dei discenti e vogliamo fare in modo che sempre più persone possano apprezzarlo e trarne vantaggio.

Il nostro dojo è aperto a tutti coloro che vogliano scoprire con noi il meraviglioso mondo del Judo!

Trovate tutti i dettagli sui corsi e sugli orari nella pagina dedicata.

La nostra storia

Tra i fondatori della scuola di Judo possiamo ricordare Giovanni Sanchini (segretario, maestro, tuttofare), Fabio Frullini, Mario Bisogno, Ignazio Bertucci, Enrico Corli, Mario Gnassi, Paolo Paolucci e Leonello Pulcini, che con il loro lavoro hanno contribuito alla crescita e alla diffusione del Judo nella nostra zona.

targa 25 anni attività

Dopo alcuni anni, nei quali i vari judoka ottengono diverse vittorie nei campionati regionali e interregionali, con la partecipazione anche a campionati nazionali, il dojo Judo Sakura Chiusi si espande e cambia sede, spostandosi presso l’attuale Palazzetto dello Sport “G. Fuccelli” nei pressi della stazione F.S. di Chiusi Scalo.

I colori sociali sono il bianco e il rosso.

 

Le origini del Judo

jigoro kano

La gioventù di Kano

Jigoro Kano nacque nell’ottobre del 1860 a Mikage, presso Kone di Hyogo come terzo figlio di Jirosaku Mareshiba Kano, fornitore militare del governo, in una famiglia che da antica data produceva sake: commercianti, dunque. Il ragazzo era di gracile costituzione e di grande intelligenza. Venne soprannominato Nobu-no-suke, dal nome di un antico valoroso samurai di piccola taglia.

Nel Giappone dell’800 si può dire che Jigoro Kano provenisse da una condizione sociale tra le migliori; in particolare nella seconda metà del secolo la mancanza di un qualsiasi titolo nobiliare non era rilevante: era in corso una rivoluzione sociale.

A 13 anni (Meiji 6) il giovane Kano venne mandato a Tokyo presso una famiglia amica, per studiare in una scuola prestigiosa, che avrebbe preparato i funzionari del nuovo Giappone.
Kano era in una posizione particolarmente imbarazzante per la sua precoce intelligenza e la riuscita negli studi, cose che suscitavano gelosie: ogni occasione era buona per deriderlo e maltrattarlo approfittando della sua debole costituzione fisica.

Si interessò a quell’arte (il ju-jutsu) che prometteva ai piccoli e ai deboli una tecnica per contrastare i prepotenti; ma incontrò la ferma opposizione della famiglia a cui era affidato. Molto determinato, chiese a Teinosuke Yagi, un massaggiatore che prestava servizio in casa, alcune lezioni e anche di essere presentato al suo Maestro, Tatsutaro Imai di Kyushin-ryu: quest’uomo diede a Kano i primi rudimenti della sua scuola.

La pratica del jujutsu

A 17 anni (Meiji 10), entrando alla facoltà di lettere dell’università di Tokyo poté rendersi indipendente, affittando una camera da Asahi Sumpho, prete buddhista proprietario del piccolo tempio di Eisho. Divenne allievo di Hachinosube Fukuda di Tenshin-shin’yo-ryu. Il vecchio maestro Fukuda non faceva molti complimenti nell’insegnare JuJitsu e questa scuola risultò molto formativa per il giovane studente.

Al di fuori delle lezioni al dojo, continuava a ripetere le tecniche apprese sul pavimento ricoperto di tatami, della sua stanzetta di studente, con l’aiuto di un giovane servitore. Quest’uomo doveva accompagnare Kano fino alla morte, vivendo in pieno l’esaltante avventura del Judo. Si chiamava Tsunejiro Yamada, meglio conosciuto come Tsunejiro Tomita.

Nell’università di Kano venne invitato un gruppo di professionisti a dimostrare Ken-Jitsu e Ju-Jitsu agli studenti ed ai professori. Li guidava Kenkichi Sakakibara, esperto di spada, e ad aiutarlo per la dimostrazione di lotta c’era anche un Maestro di Totsuka-ryu. Era il 10° anno di Meiji (1880) e uno studente si prestò volontariamente a praticare con i professionisti; pur dimostrando la sua inferiorità, si vide complimentare per il coraggio e la volontà dimostrata: quello studente era Kano e fu la sua unica apparizione pubblica come combattente.

L’anno prima era morto Fukuda, lasciando a Kano i densho (libri fondamentali) di quel ramo di Tenshin’yo-ryu che il Maestro rappresentava; il fatto valeva come testamento spirituale.

Kano si era subito legato a un altro Maestro dello stesso stile : Masachi Iso, allievo di Mataemon Iso. Nel 14° anno di Meiji anche questo morì, lasciando a Kano altri densho che completavano quelli precedenti. Allora Kano si spinse a conoscere tutti i maestri attivi di Tokyo. Contemporaneamente studiò il Sumo, la boxe e la lotta occidentale.

Dopo un certo tempo conobbe un samurai di 48 anni, che doveva influenzare notevolmente le sue vedute perché gli portava la testimonianza di un’autentica esperienza guerriera. Era Kuwakichi Iikubo, ma il suo nome d’arte era Tsunetoshi Iikubo: il miglior allievo di Motonusuke Takenaka, fondatore di Kito-ryu.
Egli comprese subito il valore di Kano e anche lui donò a Kano i libri in suo possesso, nella speranza di veder rifiorire la scuola di Kito nell’opera del giovane professore.

Il Koshiki-no-kata (Forme delle Cose Antiche) mantiene questa promessa (è chiamato anche Kito-ryu-no-kata). Ma ancor più grande è l’influenza di Iikubo sugli ideali e sul Nage-waza del Judo Kodokan.
Iikubo morì nel 1886, quattro anni dopo la dichiarata fondazione del Kodokan. Quando Kano inaugurò il suo dojo affittando una seconda stanzetta nel tempio di Eisho, Iikubo frequentò inizialmente ogni giorno e ne fu il primo Maestro; nel Dojo di Kanda (il secondo dojo di Kano, posto nella sala da biliardo nel palazzo di un principe) non venne più così spesso, sia per motivi di salute, sia perché era troppo lontano dal quartiere dove abitava e lavorava.